Petrolio ai massimi dal 2014

Il petrolio prosegue la sua corsa e tocca i massimi degli ultimi quattro anni sfondando il muro dei 70 dollari al barile. Una parte degli analisti prevede un ulteriore rialzo dei prezzi anche nei prossimi mesi. Diversi i motivi che stanno spingendo all’insù le quotazioni, fra cui l’intesa tra Arabia Saudita e Russia. Il presidente Usa, Donald Trump, si scaglia contro le politiche dell’Opec.

Petrolio, quotazioni al rialzo

Il prezzo del petrolio raggiunge i massimi dal 2014, con il Brent vicino a quota 75 dollari al barile e il Wti salito fino a 70 dollari.

La politica dei prezzi adottata dall’Arabia Saudita, con il benestare della Russia, spinge in alto le quotazioni di greggio. L’obiettivo, nel breve termine, sarebbe superare gli 80 dollari al barile.

Gli esperti mettono in risalto che tra i motivi alla base di questo “gioco al rialzo” dei sauditi, vi sarebbe il consolidamento dei prezzi in previsione dell’Ipo del colosso “Saudi Aramco”, il cui collocamento del 5 per cento delle azioni in Borsa è previsto entro la prima parte del 2019.

Il prossimo passo sarà inoltre definire le strategie in vista della convention ufficiale dell’Opec fissata per il 22 giugno a Vienna, per decidere cosa fare a seguito dell’estensione dei tagli fino a dicembre 2018.

Petrolio, intesa Arabia Saudita-Russia

Arabia Saudita e Russia sono all’opera nel realizzare una cooperazione futura tra i paesi Opec e quelli esterni al cartello, una nuova organizzazione che avrà il controllo di più della metà dell’offerta globale di oro nero.

Gli Stati Uniti naturalmente resterebbero fuori dall’intesa e nelle scorse ore proprio il presidente Usa, Donald Trump, via Twitter ha attaccato l’Opec, sottolineando che a fronte di quantità record di petrolio, i prezzi subiscono artificiosamente una spinta verso l’alto.

Ricordiamo che a gennaio del 2017 il barile veniva quotato a 55 dollari e nel 2016 era sceso al di sotto della soglia dei 30 dollari. Tra gli ulteriori motivi che stanno agevolando il rialzo delle quotazioni, le crescenti tensioni geopolitiche registrate nel corso delle ultime settimane.

Il conflitto in Siria, le nuove sanzioni al vaglio del governo Usa contro l’Iran, la profonda crisi in Venezuela favoriscono gli acquisti di greggio sui mercati, con una domanda che è tornata prepotentemente a crescere.

Al momento il prezzo del Brent è stabile a 74 dollari ed il Wti è in lieve calo a quota 68,35 dollari al barile.

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