Prestazione occasionale: che cos’è la Ritenuta d’acconto? Tutto quello che devi sapere

I freelancer collaborano con vari professionisti e committenti instaurando un rapporto di lavoro abituale e/o occasionale. Per chi si trova ad applicare la “Ritenuta d’acconto” durante il processo di fatturazione attiva o passiva deve sapere di cosa si tratta, quali sono le tipologie previste dalla normativa fiscale in Italia, come si calcola e le modalità di versamento.

Ritenuta d’acconto: che cos’è?

Se ne sente spesso e volentieri parlare, specie tra i freelancer e i lavoratori autonomi che prestano la propria collaborazione e prestazione lavorativa in forma del tutto occasionale. La ritenuta d’acconto è una trattenuta Irpef (per i redditi delle persone fisiche) o Ires (per le persone giuridiche: società) che viene effettuata sulle somme di denaro che il prestatore di lavoro occasionale (il c.d. sostituito) percepisce dai committenti, datori di lavoro, banche o istituti finanziari, i c.d. sostituti di imposta. In buona sostanza, si tratta di una modalità di pagamento che prevede il versamento obbligatorio delle imposte in forma anticipata nelle casse dello Stato, da parte soggetto che funge da sostituto d’imposta e che trattiene l’importo dovuto alla fonte del prestatore d’opera (sostituto) per conto di cui lo versa. Le ritenute possono essere a titolo di acconto e a titolo di imposta: nel primo caso significa che, a fronte di una somma o ammontare della prestazione occasionale stabilito con un committente, quando viene emessa la ricevuta o la fattura nei confronti del soggetto titolare di Partita Iva, viene applicata una ritenuta del 20%. Per fare un esempio: se si concorda come somma della prestazione occasionale un importo di 5.000 euro, a titolo di acconto si percepisce l’80%, ovvero 4.000 euro, mentre 1.000 euro rappresentano un’anticipazione sulle imposte che si va ad onorare su quei 5.000 euro (il 23% a titolo di Irpef), meno le ritenute che già sono state versate dal sostituto d’imposta. Nel caso in cui fossero state a titolo di imposta, le ritenute fiscali avrebbero potuto comunque avere come aliquota il 20% e la tassazione sui 5.000 euro si sarebbe esaurita con i 1.000 euro versati all’Erario.

Ritenuta d’acconto a titolo di imposta: esempio pratico

Come detto esistono diverse tipologie di ritenuta, la più diffusa tra i freelancer o prestatori di lavoro occasionale è quella a titolo di imposta. Per capire meglio il funzionamento di questa modalità di pagamento delle imposte, è necessario fare un esempio pratico ed applicativo. Ammettiamo che un professionista emette una notula ad un proprio committente munito di Partita IVA per una prestazione svolta con un importo complessivo pattuito di € 20.000. Su tale importo deve essere applicata una ritenuta d’acconto con aliquota del 20% a titolo di acconto delle imposte, per cui il freelancer si vede accreditato un importo netto pari di 16.000 euro e i restanti 4.000 euro vengono versati dal committente, che fungerà da sostituto d’imposta per conto del professionista. I 4.000 euro rappresentano un’anticipazione delle imposte che lo stesso prestatore di lavoro occasionale deve pagare in sede di dichiarazione dei redditi e sui quali viene applicata un ulteriore aliquota IRPEF, divisa per scaglioni di reddito con una percentuale che varia da un minimo del 23% ad un massimo del 43%.

Ben si comprende che le ritenute d’acconto vanno applicate su determinate tipologie di compensi:

  • redditi di lavoro autonomo (su cui viene applicata e versata poi dal sostituto d’imposta una ritenuta del 20% a titolo d’acconto),
  • redditi di lavoro dipendente (operata mensilmente direttamente sulla busta paga, certificata a fine anno attraverso la comunicazione della Certificazione Unica ex CUD,
  • redditi per prestazione occasionale (su cui viene applicata un’aliquota del 20% a titolo d’imposta),
  • redditi derivanti da diritto d’autore e/o opere d’ingegno (applicazione di un’aliquota del 20%),
  • redditi di capitale, proventi derivati da investimenti e utili, su cui si applica un’aliquota che può essere del 12,5%, 20% 26%),
  • redditi di prestazioni per agenzie e/o intermediari (con aliquota applicata del 23%).

Da notare bene che fanno eccezione all’applicazione delle ritenute i soggetti titolari di Partita IVA in regime forfettario.

Calcolo e versamento della Ritenuta d’acconto

Ecco come procedere con il calcolo della ritenuta d’acconto che il sostituto d’imposta deve procedere con il versamento per conto del sostituito (prestatore di lavoro occasionale) nelle casse dell’Erario. Si parte dall’importo lordo e si procede con il computo dell’importo netto e della ritenuta. Come già detto, il netto rappresenta l’80% della somma concordata con il datore di lavoro o soggetto committente, mentre la ritenuta è del 20% per cui la formula per procedere con il computo è il seguente:

Netto = Importo Lordo x 0,8

Ritenuta = Importo Lordo x 0,2

Si può, in alternativa, partire dal netto per giungere al calcolo del lordo e della ritenuta: questa modalità di calcolo è utile quando si pattuisce l’importo lordo della prestazione occasionale. Ecco come procedere con il calcolo:

Importo Lordo = Importo Netto: 0,8

Ritenuta = Lordo – Netto

La ritenuta si applica sempre solo sulla base imponibile e devono essere escluse dal conteggio le rivalse contributive e l’IVA.

Una volta proceduto al calcolo della ritenuta, il sostituto d’imposta deve procedere con l’adempimento e provvedere al versamento dell’importo relativo alla ritenuta d’acconto entro e non oltre il 16 del mese successivo al pagamento della prestazione. Nel caso in cui ciò non avvenisse, il sostituto d’imposta può regolarizzare attraverso il ravvedimento operoso. L’omesso versamento dell’importo dovuto è sanzionato con interessi di mora.

Il pagamento deve essere effettuato attraverso l’utilizzo del modello F24, con l’utilizzazione dei seguenti codici tributo:

  • 1040 (per prestazioni di professionisti e/o utili derivanti da proventi finanziari),
  • 1020 (per pagamento di prestazioni di ritenute d’acconto relative a prestazioni effettuate da società di capitali).
  • 1019 (per pagamento di ritenute d’acconto relative a prestazioni effettuate da artigiani o società di persone).

Si ricorda che il sostituto d’imposta deve effettuare entro il 28 febbraio dell’anno successivo a quello in cui sono stati corrisposti i redditi, la consegna della Certificazione Unica, documento che verrà anche trasmesso in via telematica presso gli uffici dell’Agenzia delle Entrate ed entro il 31 luglio dovrà trasmettere il modello 770, contenente il riepilogo complessivo di tutti i percepenti e gli importi delle ritenute d’acconto versate in qualità di sostituto di imposta.

Modello Ricevuta di Prestazione (2018)

Nome Cognome

Indirizzo

CAP Città

Codice Fiscale

Spett.le Nome Cliente

Indirizzo

Cap Città

Partita Iva

Codice fiscale

Ricevuta n. _________ del ________

Oggetto: _______________________________________________________________ (specificare il tipo di attività svolta)

Compenso lordo ______ €

A dedurre ritenuta d’acconto di ______ €

Compenso netto ______ €

La prestazione è di natura occasionale ed è esclusa dall’applicazione dell’IVA ai sensi dell’art. 5

del D.P.R. n. 633 del 26 ottobre 1972.

Data

Firma

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