Cambio Euro Dollaro: Trump accusato da membro Bce di manipolare il “biglietto verde”

Il Cambio Euro Dollaro continua a far parlare di sé. Del resto, mentre scriviamo, ogni Euro vale 1,22785 Dollari Statunitensi. Dunque, la fatidica soglia 1,20 è ancora superata e secondo più previsioni lo sarà ancora di più nel corso di questo 2018. Per alcuni analisti sarà varcata anche soglia 1,3. Mentre qualcuno si spinge anche oltre, guardando alla soglia 1,4.

La svalutazione del Dollaro prosegue spedita soprattutto da quando alla Casa Bianca c’è il Tycoon Donald Trump, il quale si è da sempre auspicato che il Dollaro fosse debole al fine di stimolare gli investimenti verso gli States. Al punto che ora viene anche accusato di manipolarlo volutamente da un membro del Consiglio direttivo della Banca centrale europea Ewald Nowotny. Ecco le sue pesanti accuse.

Trump, le pesanti accuse di Ewald Nowotny

Ewald Nowotny è membro della Banca centrale europea e Governatore della banca centrale austriaca. Il quale si è spinto oltre il solito savoir faire del numero uno della Bce Mario Draghi. Il quale, seppur usando parole meno esplicite, nel corso della sua prima conferenza stampa del 2018 post decisione tassi, aveva accusato la strategia americana ribassista sul dollaro.

Nowotny ha rilasciato un’intervista al quotidiano austriaco Wiener Zeitung. Parole dette l’8 febbraio mentre il cambio si teneva sotto la soglia di $1,23, in lieve calo sul dollaro, con il rapporto eur-usd in flessione -0,03%, a $1,2260. Al Governatore della Banca centrale austriaca è stato chiesto se il Presidente americano fosse un fattore di incertezza per l’economia e la finanza globale. E qui Nowotny ha accusato sia Trump che i suoi collaboratori di tenere volutamente il dollaro basso. Ecco le sue parole:

“Da un lato, il fatto che il Tesoro Usa stia intenzionalmente mettendo sotto pressione il dollaro, e intenda mantenerne basso il valore. Dall’altro lato, non c’è stato nessuno tra quelli che sono vicini a Donald Trump – e di persone ragionevoli attorno al presidente ce ne sono – che abbia avuto su di lui e sulla sua politica un’influenza positiva”.

Il consigliere della Banca centrale europea si è così agganciato anche alle parole a fine gennaio in occasione del World Economic Forum tenutosi a Davos, dal segretario al Tesoro americano Steven Mnuchin. Quest’ultimo aveva infatti dichiarato che la debolezza del Dollaro non destava preoccupazioni, e che anzi fosse positiva per l’economia americana, soprattutto per il commercio ma anche per altre opportunità. Confermando dunque anche le parole di Trump che abbiamo prima accennato, di auspicio ad un “biglietto verde” che si tenesse debole.

Tali dichiarazioni non avevano certo lasciato indifferenti, con forti sell off sulla valuta Usa. Col sentore che gli americani volessero scatenare una autentica guerra valutaria. Sempre a Davos, Trump aveva poi rilasciato dichiarazioni controcorrente rispetto alla sua idea iniziale. Auspicandosi che “il dollaro sarebbe diventato sempre più forte”. Il Presidente americano ha poi aggiunto che Mnuchin sia stato pure frainteso.

Queste dichiarazioni contrastanti hanno finito per scatenare ancora di più il il caos sul mercato valutario del forex.

Ewald Nowotny chi

Chi è Ewald Nowotny? Ewald Nowotny è nato il 28 giugno 1944 a Vienna ed è un economista austriaco e politico socialdemocratico. Attualmente presidente (governatore) della Banca nazionale austriaca e membro del Consiglio della Banca centrale europea (BCE).

Nowotny si è laureato con un dottorato presso l’Università di Vienna nel 1966, ha ottenuto la sua abilitazione presso la Johannes Kepler University di Linz nel 1972 ed è stato professore ordinario presso l’Università di Economia e Commercio di Vienna dal 1982. Dal 1974, Nowotny ha ricoperto varie funzioni nel Partito socialdemocratico austriaco. Era un membro del Nationalrat, la camera più importante del parlamento austriaco, dal 1978 al 1999.

Dal 1999 al 2003, Nowotny è stato vicepresidente della Banca europea per gli investimenti a Lussemburgo. Dall’inizio del 2006 fino alla metà del 2008, è stato amministratore delegato della BAWAG PSK. Durante la sua permanenza in carica, ha gestito la vendita di BAWAG al fondo americano di acquisizione di Cerberus Capital. Da settembre 2008 Nowotny ha ricoperto il ruolo di Governatore della Austrian National Bank e membro del consiglio direttivo della BCE. Con la crisi finanziaria greca del 2011, Nowotny ha dato voce alla preoccupazione, dicendo “che le società di rating rendevano più difficile stabilizzare la situazione del debito greco. “Abbiamo una situazione alquanto strana: le banche stesse sono pronte perché hanno anche un interesse a stabilizzare la Grecia”, ha detto Nowotny a Vienna, al Dow Jones Newswires. Riteneva che in questa materia l’Ue doveva mostrarsi molto più severa e più aggressiva di, ad esempio, casi simili in Sud America.

“Nell’estate del 2011, Nowotny ha detto che è responsabilità della BCE decidere se accettare o meno il debito greco come garanzia in caso le agenzie di rating schiaffeggino il paese con un rating di default. “Alla fine della giornata deve essere la decisione della BCE, la BCE non dovrebbe essere totalmente dipendente dalle agenzie di rating”, ha detto Nowotny in un’intervista alla CNBC. La nostra responsabilità, la nostra decisione. Lo abbiamo dimostrato nel caso dell’Irlanda, della Grecia e del Portogallo, per quanto riguarda il tipo di garanzie che accettiamo”. Nel maggio 2015, con un nuovo round della crisi del debito pubblico greco, Nowotny ha detto che le discussioni “potrebbero essere rinfrescate introducendo nuove idee, ma alla fine della giornata devono concludersi in risultati concreti”.

Aggiungendo che le discussioni “non riguardano i giochi “e sono” più una questione politica che una questione economica”. Ha detto allo stesso tempo che “non vede il ruolo della BCE come creazione di un governo finanziario federalizzato all’interno della zona euro”.

Si è espresso anche sul Bitcoin, evidenziando il fatto che la criptovaluta vada regolamentata e urgano restrizioni legali. Insomma, è uno che si fa sentire e il commento sull’andamento del Dollaro ne è una conferma.

Tra le sue principali passioni troviamo la lettura, collezionare vecchi libri, andare in barca, l’archeologia e l’arte moderna.

Cambio Euro Dollaro, le frecciatine di Mario Draghi

Mr Quantitative easing, o SuperMario se preferite, Mario Draghi, Presidente italiano della Banca centrale europea, era stato come detto meno esplicito di Nowotny. Ma non ha risparmiato frecciatine all’America di Trump. Infatti, nella sua prima conferenza stampa dell’anno, aveva dichiarato che le oscillazioni sul Forex erano state provocate in gran parte dal miglioramento dei fondamentali dell’economia, ma in parte anche dai commenti rilasciati da “qualcuno al di fuori della Bce”. Riferendosi quindi alle dichiarazioni di Mnuchin prima dette, sulla positività di un Dollaro debole.

Intanto l’economia americana vola

Insomma, la guerra Euro Dollaro prosegue spedita e lo farà lungo tutto questo 2018. Almeno stando alle previsioni che riporteremo tra poco. Una cosa è certa: nel suo primo anno e passa da Presidente degli Usa, Donald Trump ha rotto tanti equilibri economici e diplomatici ormai solidi da tempo. I rapporti americani con Cina ed Europa non sono mai stati così tesi dal Dopoguerra, visto che con i cinesi gli Usa hanno sempre mantenuto una pace armata in chiave anti-sovietica. Mentre con l’Ue c’è sempre stato un atteggiamento collaborativo e di reciproca convenienza. Basta solo guardare il primo incontro avvenuto tra Trump e la Merkel. In Medioriente ancora saldo è il rapporto con l’Arabia Saudita, mentre il muslim ban ha inasprito il rapporto con altri Paesi. Su tutti l’Iran, con cui gli Usa non vivevano già rapporti idilliaci. La questione muro ha invece inasprito i rapporti col vicino Messico.

E’ un male tutto ciò? Per gli Usa sicuramente no, dato che l’economia sta volando. Con buona pace dei detrattori dell’imprenditore. Ciò anche grazie alla riforma fiscale del drastico taglio delle tasse, che sta portando nuovi investimenti in terra americana (ad esempio la Fiat aprirà una nuova sede con 250mila nuovi occupati) e un aumento di stipendi (la prima a farlo è stata la Walmart).

Cambio Euro Dollaro salirà ancora secondo tutti i più importanti analisti

Le previsioni sull’andamento del cross EUR/USD sono rialziste per tutto il 2018, stando alla previsione di un pool di celebri banche d’affari ripresa da Bloomberg. A dirlo infatti sono tutti i più importanti analisti: da Goldman Sachs a PMorgan Chase, passando per HSBC e ING Groep fino ad Unicredit.

Secondo questi colossi finanziari, l’andamento del cross, già come detto su livelli molto alti in questi ultimi mesi, dovrebbe consolidarsi ulteriormente nei prossimo mesi. In pratica, sul lungo periodo si intravede ancora un Dollaro debole e un Euro forte. Non solo reciprocamente, ma anche rispetto a tutte le altre valute mondiali. Pertanto, alla luce di ciò, la posizione long nel Forex Trading sul cross EUR/USD diventa scontata. Tuttavia, regna ancora incertezza sul livello che la coppia potrebbe raggiungere. E su questo punto gli analisti si dividono: mentre Goldman Sachs e ING prevedono che il cambio Euro/Dollaro possa raggiungere quota 1,3, JP Margan punta invece su un cross a 1,29. Mentre tra gli analisti meno ottimisti, troviamo Credit Agricol, il quale ritiene che il cross EUR/USD dovrebbe stabilizzarsi attorno a 1,12. Quindi scendere rispetto ai livelli odierni.

Le previsioni sul cambio Euro Dollaro sono dunque molto migliorate. Basta guardare il numero complessivo dei broker che hanno una view positiva. Ad inizio 2018 erano solo 2 a credere che entro fine anno il cambio sarebbe stato superiore a 1,28. Ora invece sono ben 18. E potrebbero ancora aumentare in queste settimane.

Cosa accadrà poi con un possibile aumento dei tassi da parte della FED? Gli stessi analisti citati da Bloomberg ritengono che se anche la Federal Reserve dovesse aumentare per 4 volte il costo del denaro, il dollaro non avrebbe alcun apprezzamento. Anche perchè l’effetto rialzista potenziale potrebbe essere frenato dalla possibile espansione fiscale finanziata dal debito dell’economia americana. Uno scenario questo che sembra trovare riscontro già oggi con l’aumento del deficit commerciale degli Stati Uniti, salito del +12% nel 2017 a quota 566 miliardi di dollari. Raggiungendo così il suo livello massimo nell’arco dell’ultimo decennio. Ossia dal 2008.

Nelle sedute d’inizio settimana, quando a crollare è stata tutta Wall Street, il cross EUR/USD ha fatto registrare un leggero calo, con l’Euro più debole rispetto al Dollaro. Ma già verso fine settimana il trend rialzista è ripreso. Alcuni analisti ritengono che l’area 1,22 e dintorni potrebbe essere quella mediamente definitiva del cross EUR/USD. Ossia leggermente sopra il livello 1,2 che tanto piace a Trump.

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