Crisi greca: è arrivato il momento di fare i conti con la realtà

Per chi segue la crisi greca dai media tradizionali la crisi greca sembra semplice. I media tradizionali vengono giustamente definiti media sussidiati, cioè media che ricevono finanziamenti pubblici per sostenere una versione dei fatti che faccia comodo ai potenti. Per queste persone, i greci sono vittime di una grande ingiustizia, sarebbero stati ridotti in povertà in modo arbitrario dall’Europa e dalla Germania che adesso vorrebbero anche cacciarle dall’euro.

Per chi invece segue l’evoluzione della situazione greca da siti autorevoli e indipendenti, come ad esempio Mercati24.com la situazione è ben diversa. Da dove si è originata la crisi greca? Non da una vile aggressione teutonica, come farebbero intuire i resoconti dei media sussidiati, ma semplicemente da un eccesso di debito pubblico contratto dalla Grecia.

Il problema è quindi nato, sostanzialmente, dalla spesa pubblica fuori controllo. In Grecia si va in pensione prestissimo, si incassano pensioni che sono in proporzione più alte rispetto a quelle di tutti gli altri paesi europei. E poi moltissimi greci continuano a percepire la pensione dei loro famigliari defunti. Se questa è una pratica presente anche nel Sud Italia, c’è da dire che in Italia almeno si tratta di una truffa. In Grecia, invece, è legge.

Gli elenchi degli sprechi dello stato greco sono infiniti: dalla TV pubblica ad un numero immenso di impiegati pubblici che incassano premi di produzione per il semplice fatto di arrivare in orario al lavoro.

Come ha fatto lo stato greco a mantenere tutte queste spese folli? Semplicemente indebitandosi. E ha potuto farlo a tassi di interessi molto bassi per anni proprio perché la Grecia era entrata nell’euro. I mercati finanziari sono stati al gioco e per anni hanno continuato a finanziare la Grecia a tassi bassi. Poi però si sono accorti che era un gioco pericoloso, che il governo greco continuava a spendere e a spandere senza limiti e non aveva alcun intenzione di provare a ripagare i suoi debiti. A questo punto i tassi di interessi sul debito sono schizzati e la Grecia ha dovuto chiedere aiuto all’Europa e al Fondo Monetario Internazionale.

Questo aiuto è stato dato subito, insieme ad un taglio del debito volontario (o quasi) dei creditori. In pratica chi aveva titoli greci ha accettato di perdere gran parte del capitale pur di rimanere con la speranza di ricevere il resto del prestito. Detto per inciso, la crisi di Cipro fu originata semplicemente dal fatto che le banche dell’Isola avevano investito pesantemente in titoli di Stato della Grecia.

Ma nemmeno il denaro fresco ricevuto e il taglio del debito sono serviti a salvare la Grecia: i vari governi che si sono succeduti hanno fatto solo finta di fare le necessarie riforme, continuando a fomentare una spesa pubblica parassitaria. Detto per inciso, è proprio con questa spesa pubblica che i politici greci si garantiscono le elezioni.

Che cosa è successo negli ultimi giorni? La Grecia ha disperato bisogno di un nuovo prestito (ormai ha ricevuto centinaia di miliardi di euro) da parte dell’Europa ma non vuole assolutamente impegnarsi a fare le riforme che garantiscono la possibilità di restituire il prestito stesso. Anzi. Il governo greco ha vinto trionfalmente un referendum in cui queste riforme vengono bocciate. Tuttavia lo stesso governo greco, con un atteggiamento paradossale, continua a richiedere all’Europa finanziamenti per decine di miliardi di euro. Ma così facendo ha irritato i governi virtuosi che hanno deciso, semplicemente, di chiudere i cordoni della Borsa. Ormai la Grecia è ai limiti del default, se non riceve presto aiuto dovrà dichiarare la bancarotta e, subito dopo, uscire dall’Euro. A quel punto i greci dovranno cominciare a lavorare per davvero.

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