Il rapporto fra moda e finanza è da sempre molto stretto e lo è anche quello fra gli azionisti e le scelte di stile e di estetica che segnano le diverse stagioni. Questa volta le sfilate e le idee innovative c’entrano poco con la scelta di Peta, associazione animalista internazionale che per la prima volta ha deciso di acquistare delle azioni del gruppo Prada, al fine di condurre in modo più incisivo la sua battaglia ‘green’.
La vicenda risale a qualche settimana fa, quando è stata diramata la notizia che Peta Usa aveva acquistato l’azione del gruppo Prada, al fine di poter presenziare alle assemblee degli azionisti e quindi dare filo da torcere ai soci. Lo scopo è di bloccare definitivamente l’impiego di pelle di struzzo per la produzione di borse e di accessori fashion. La ragione va ricercata nei trattamenti inumani che verrebbero riservati agli animali, uccisi in tenera età con elettroshock e metodi crudeli al fine di ottenere il pellame utile per la produzione di accessori fashion.
Secondo Mimi Bekhechi, direttore di Peta Usa, si tratta di combattere in modo incisivo delle pratiche che sono lo specchio della crudeltà verso gli animali e l’unico modo per farlo è di entrare nel cuore finanziario delle aziende, impiegando metodi legali e finanziari per bloccare decisioni rilevanti all’interno della struttura dei singoli gruppi di moda.
Peta ha quindi promesso di vincere una guerra ‘dall’interno’ e la notizia dell’acquisto azionario ha fatto il giro del mondo in un baleno, dimostrando che molte persone sono contrarie all’impiego di pellami che provengono da animali esotici, soprattutto se gli stessi vengono sottoposti a trattamenti crudeli durante le fasi di produzione. Prada dovrà ora vedersela con un gruppo molto piccolo di azionisti, ma che le darà sicuramente del filo da torcere in ogni decisione legata all’impiego di pelle di struzzo nella realizzazione di borse, scarpe e accessori destinati all’haute couture.
Grafico Azioni Prada
