Generali cresceranno da sole

Mancavano 32 giorni all’inizio di uno dei match più attesi nel mondo dell’economia e della finanza, quello che non si giocherà fra il gruppo Assicurazioni Generali e Intesa Sanpaolo e che ha registrato l’imbarazzante silenzio stampa di uno dei protagonisti dello scontro-incontro Philippe Donnet, gran capo del gruppo Generali.

Sembra che gli impegni del numero uno, manager di origine corsa con studi di tutto rispetto all’Ecole Polytechnique, siano concentrati sulla presentazione del bilancio del gruppo, definita per il 16 marzo. Il giorno prima il consiglio di amministrazione Generali si riunirà e il giorno seguente scatterà un anno di presidenza per l’ingegnere Donnet alla guida del maxi gruppo assicurativo triestino.

Generali – Intesa: la situazione

Quale la posizione di Donnet auspicata dagli analisti? Sicuramente si tratterà di una presa di posizione rivolta all’accelerazione, con un piano di crescita organica che interessa su tutto la spending review e che si potrà concretizzare con un taglio del valore di 200 milioni di euro, con l’uscita da mercati che non si propongono più redditizi e con l’aumento stimato della produttività del 15%.

Il manager dovrebbe confermare l’aumento delle performance tecniche del suo gruppo che ha indotto Generali a dimostrare uno dei più importanti combined rato in tutta Europa, una percentuale del 92.4% che ha indotto gli analisti a ragionare anche su un possibile aumento di capitale.

Generali in Borsa

Generali Azioni: obiettivi finanziari

Quali i target finanziari per il 2018? Generali punta a raggiungere dividendi complessivi del valore di 5 miliardi di euro e a generare 7 miliardi di euro di cassa con un Roe operativo che si stabilisca sopra al 7%. La questione più interessante guarda però all’acquisto anti scalata che è stato perpetrato nel corso dei mesi scorsi, ovvero l’acquisizione della quota del 3.04% di Banca Intesa, portata al 4.49% per effetto di un prestito di titoli che era stato acceso precedentemente. Generali si pone oggigiorno come il terzo socio della banca e vanta alle spalle due fondazioni che non possono che essere considerate influenti, anzi, le più influenti attualmente attive sul mercato, Compagnia di San Paolo e Cariplo.

Quella che doveva essere un’alleanza storica si è quindi proposta come un segnale che la compagnia triestina non sta dormendo affatto, ma ha saputo tessere acquisizioni e legami utili per consolidare la sua posizione italiana passo dopo passo, in chiave organica come erano le intenzioni dichiarate fin da subito dall’attuale management. Niente colpi di scena ma una posizione solida, un taglio dei costi superflui e un puntare a risultati che assicurino benessere ai soci. Niente richiesta di ricapitalizzazione quindi e niente azzardi, per una società che si propone di andare avanti senza colpi di scena e anche senza dichiarazioni di chi la guida.

Donnet ha infatti assunto un atteggiamento che è stato più volte criticato, perché completamente assente, ha lasciato parlare i titoloni dei giornali per lui. Ma quando è arrivato il momento di chiudere i conti ha sorriso, forte di una scelta di direzione che lui aveva, molto probabilmente, definito fin dall’inizio di questa lunga storia.

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