Petrolio, accordo OPEC più vicino sul taglio della produzione

Petrolio: intesa sul taglio della produzione più vicina. L’Arabia Saudita crede nell’accordo con gli altri membri dell’Opec per una riduzione dell’output a 32,5 milioni di barili al giorno. Gli analisti prevedono un immediato rialzo dei prezzi del greggio in caso di buon esito delle trattative.

Petrolio taglio produzione

Un accordo sul taglio alla produzione di petrolio. È questo l’obiettivo del più grande esportatore di greggio. Secondo le ultime indiscrezioni, Riyad in queste ore è particolarmente attiva su tale tema e starebbe cercando di spingere, sia gli altri membri dell’Opec che quelli al di fuori del Cartello, verso una riduzione complessiva della produzione dell’1,6 per cento. In pratica si darebbe seguito a quanto deciso nello scorso meeting dell’OPEC in Algeria, con un taglio a quota 32,5 milioni di barili al giorno, ovvero una riduzione di oltre un milione di barili rispetto a quanto registrato nell’ultimo mese di ottobre.

Una serie di trattative che coinvolgono anche i paesi non-membri, ai quali sarebbe stata richiesta una contrazione intorno a 500 mila barili al giorno.

Risulta basilare raggiungere un accordo anche con i paesi esterni al cartello, altrimenti il taglio programmato per i paesi OPEC potrebbe risultare vanificato in caso di un aumento di capacità dei volumi da parte dei produttori al di fuori all’organizzazione.

Quotazione Petrolio : grafico prezzo

Russia: “sì” congelamento, “no” tagli

Riyad è dunque particolarmente attiva nel trovare una soluzione che però starebbe incontrando alcune opposizioni, in primis da parte di Iran e Iraq, per quanto riguarda i paesi all’interno dell’OPEC.

Tenaci resistenze provengono anche dalla Russia, con il ministro dell’Energia, Alexandre Novak, che ha espresso nelle ultime ore la posizione del paese: “sì” a un congelamento, “no” a un taglio della produzione.

Novak ha tenuto comunque a sottolineare che le stime sulla produzione nel 2017 sono destinate a salire e congelando la produzione sulla base dei volumi attuali, effettivamente si assisterebbe a “un taglio di 200-300 mila barili al giorno”. È evidente una “non chiusura totale” da parte della Russia, interessata a raggiungere un valido compromesso.

La Russia nel frattempo ha intavolato anche una serie di trattative con altri paesi esterni all’Opec, come ad esempio il Kazakistan ed il Messico. Per il momento nessun negoziato è stato aperto con gli Stati Uniti.

Secondo una parte degli analisti sono effettivamente concrete la possibilità che il prossimo 30 novembre, giorno in cui si terrà l’atteso meeting di Vienna, si arrivi ad una intesa sul taglio di 1 milione di barili al giorno. In caso di esito favorevole delle trattative, è stimato un rialzo immediato del prezzo del greggio di oltre 2 dollari al barile.

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