Stipendi della PA: troppe le disparità attuali

Le disparità di retribuzione nella pubblica amministrazione sono troppo evidenti e il blocco degli stipendi è costato una media di 600euro in termini di retribuzioni, colpendo soprattutto il personale scolastico.

Chi ci ha rimesso nel dettaglio sono stati i dipendenti amministrativi, gli ausiliari e i tecnici, che a conti fatti guadagnano 10 volte in meno rispetto a chi opera nelle agenzie fiscali. 22Mila euro di stipendio netto rispetto a cifre da capogiro dei dipendenti PA del fisco, che variano da 220mila euro annui seguiti dagli impiegati negli enti pubblici non economici, come ad esempio l’Inps o l’Inail con 217mila e del personale impiegato ai ministeri con178mila euro di stipendio annuo.

Questi sono i dati che emergono dall’aggiornamento Aran sul 2014 raccolti dalle cifre della ragioneria dello stato. Chi sono i dipendenti statali che guadagnano di più in assoluto? La classifica vede ai vertici le autorità indipendenti, come Antitrust o Agcom, che vantano una media di retribuzione annua di 74 mila euro. Segue il personale non dirigente della presidenza del Consiglio dei ministri con stipendi medi di 49mila euro, fino ad arrivare ai dipendenti dei comuni e dei ministeri con 28mila euro di media annuale. Cifre ‘bassine’ che accomunano questi lavoratori con gli impiegati nella sanità e nel settore dell’insegnamento, i quali vantano stipendi medi di 30 mila euro all’anno.

Le disparità sono quindi troppo elevate, ma soprattutto mal giustificate. Un vigile del fuoco può contare su uno stipendio di circa 31 mila euro, se fa parte delle forze armate di 35 mila euro e se appartiene al corpo di polizia raggiunge la soglia di 38 mila euro annuali. I professori universitari ricevono però 71 mila euro annuali di stipendio, una cifra piuttosto ragguardevole che ha valso loro il soprannome di ‘baroni’ per l’intoccabilità della loro casta. La situazione merita quindi di essere analizzata e adeguata, anche se toccare i privilegi di certe fasce di professionisti sembra essere un’utopia piuttosto che una manovra attuabile da qualsiasi governo in carica.

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